
La sfida principale per l’intero settore alimentare è fornire cibo in quantità e qualità sufficienti per soddisfare il fabbisogno nutrizionale globale e, allo stesso tempo, preservare le risorse naturali e gli ecosistemi per sostenere il sistema agroalimentare sul lungo termine.
I 17 obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite identificano le principali aree su cui si dovrebbero concentrare gli sforzi congiunti dei paesi del Mediterraneo, ma per essere messe in pratica necessitano di azioni concrete e immediate.
“Nei prossimi anni la crescente pressione sulle risorse agro-alimentari, i mutamenti nell’uso delle risorse e i cambiamenti climatici accentueranno il divario tra Nord e Sud del Mediterraneo, e questo richiederà da parte dei governi risposte differenziate, ma coordinate, a livello sia strutturale che di comportamenti individuali” queste le parole del professor Pierangelo Isernia coordinatore, assieme al professor Angelo Riccaboni (presidente della fondazione PRIMA – Partnership for Research and Innovation in the Mediterranean Area), del gruppo di ricerca Delphi AgrifoodMed dell’Università di Siena, il cui scopo è quello di sviluppare soluzioni intelligenti e innovative per una più sostenibile gestione idrica e dei sistemi agroalimentari nell’area mediterranea, attraverso la promozione di ricerca e innovazione.
A giugno, nell’ambito del convegno “Lo Sviluppo Sostenibile: Didattica, Ricerca & Innovazione nel campo agroalimentare per l’Agenda 2030”, sono stati presentati i risultati di un’indagine che da settembre 2017 a ottobre 2018 ha coinvolto un gruppo di 79 esperti, scelti fra professionisti e studiosi di diverse aree di competenza e provenienti da diversi paesi.
Questa ricerca si è articolata in tre fasi:
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Identificare le principali tendenze in corso sulla sostenibilità del sistema agroalimentare e idrico nel breve (2020) e lungo periodo (2030);
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Valutare la fattibilità degli interventi politici che i diversi paesi dell’area Mediterranea dovranno mettere in pratica in termini di gestione delle risorse idriche, sistemi agricoli e catene del valore agroalimentare;
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Fornire suggerimenti pratici che fungeranno da guida per tutti i soggetti interessati nella catena di approvvigionamento alimentare.
I risultati hanno portato all’identificazione di tre aspetti critici che si articoleranno nel breve e nel lungo periodo:
- Il divario tra i modelli di sviluppo sostenibile dei paesi del nord del Mediterraneo (Francia, Grecia, Italia, Portogallo, Spagna) e quelli del sud (Algeria, Egitto, Israele, Giordania, Libano, Marocco, Tunisia, Turchia) continua a crescere;
- I cambiamenti climatici incideranno in maniera negativa sul sistema agroalimentare aumentando le pressioni ambientali;
- L’abbandono della dieta mediterranea in favore di una dieta più ricca di carni rosse, carboidrati raffinati, zuccheri e alimenti trasformati, ha profonde implicazioni sulle prospettive di salute delle popolazioni mediterranee.
Gli interventi politici che gli esperti hanno reputato “altamente desiderabili e altamente fattibili”, cioè quelli prioritari, sono essenzialmente cinque:
- Agire sulla salute pubblica aumentando la consapevolezza sanitaria e alimentare a partire dalle scuole. Questo permetterebbe di intervenire sui crescenti trassi di sovrappeso e obesità diffusi nelle aree mediterranee;
- Porre fine all’uso routinario di antibiotici in animali sani promuovendo la crescita e prevenendo le malattie infettive;
- Creare opportunità di lavoro per i giovani nelle aree mediterranee;
- Coinvolgere gli agricoltori nell’uso di nuove tecnologie per migliorare l’efficienza delle pratiche agricole;
- Affrontare il divario tecnologico e gestionale attraverso una maggiore collaborazione fra operatori del settore agricolo e comunità di ricerca, promuovendo l’innovazione nel settore agricolo.
Per stimolare lo sviluppo sostenibile e coordinato delle regioni del mediterraneo è necessario uno sforzo congiunto da parte dei governi di tutti i paesi.
L’impegno per realizzare gli obiettivi dell’Agenda 2030 quindi deve coinvolgere tutti gli attori della filiera agroalimentare e non deve essere sottovalutato, per la salute nostra e del nostro pianeta.
Come dice un antico detto del popolo Masai: tratta bene la Terra, non è un’eredità dei nostri padri ma un prestito dei nostri figli.
Fonti e approfondimenti:
http://www.primaitaly.it/wp-content/uploads/2019/06/AGRIFOODMED-Delphi-Final-Report.pdf