Studio IDEFICS: Troppi zuccheri semplici nella dieta dei bambini europei

In Europa soltanto la dieta di 20 bambini su 100 rispetta le linee guida dell’OMS soprattutto per quanto riguardo l’apporto di zuccheri semplici.

È quello che emerge dallo studio IDEFICS (Identification and prevention of Dietary and lifestyle induced health EFfects in Children and infantS), iniziato nel settembre del 2006 e concluso in febbraio 2012, il cui scopo era quello di raccogliere dati utili per effettuare una valutazione internazionale del problema dell’obesità infantile.

Nello studio sono stati presi in considerazione i consumi di zuccheri semplici presenti nella dieta di 16.228 bambini nella fascia d’età 2-9 anni in otto Paesi europei, Italia compresa. Il 20% dei bambini presi in considerazione sono risultati sovrappeso o obesi.

Con il termine “zuccheri semplici” o “zuccheri liberi” in etichetta vengono identificati sia il glucosio, fruttosio e saccarosio aggiunti in un alimento industriale al momento della produzione, durante la cottura o prima del consumo, sia gli zuccheri naturalmente presenti nell’alimento.

L’OMS suggerisce che gli zuccheri semplici non debbano costituire più del 10% dell’apporto calorico giornaliero.

Come fonti di zuccheri semplici sono stati considerati gli alimenti appartenenti a differenti gruppi:

  • vegetali;
  • cereali e prodotti da forno;
  • bevande zuccherate;
  • caffè,
  • tè e tisane;
  • latte e latticini in generale;
  • succhi di frutta;
  • caramelle, snack di cioccolata e dolci;
  • patate;
  • frutta secca e semi oleosi;
  • condimenti pronti e salse (maionese, ketchup, ecc.);
  • zuppe pronte e brodi.

Dalle analisi è emerso che:

  1. I succhi di frutta e le bevande zuccherate forniscono la maggior quota di zuccheri liberi: questo non è difficile da capire, basti considerare che una bottiglietta da 500 ml di thé delle più note marche contiene circa 50 g di zucchero che corrisponde a circa 10 zollette di zucchero.

  2. Le bevande sono seguite da latte e derivati: oltre a quelli naturalmente presenti nei prodotti non è raro che vengano aggiunti zuccheri, ad esempio negli yogurt soprattutto se aromatizzati. Leggendo le etichette nutrizionali è possibile vedere come alcuni yogurt etichettati come light, contengano più di 10 g di zucchero (quasi 2,5 zollette da 5 g). Negli yogurt considerati “light” ad essere abbattuto è il contenuto di grassi che nella migliore delle ipotesi vengono sostituiti da proteine, ma più spesso da zuccheri.

  3. Terzi in elenco risultano essere i dolciumi e le caramelle.

Mediamente i bambini europei consumano circa il 18% delle calorie giornaliere sotto forma di zuccheri semplici. A differenza dei bambini tedeschi – che sono quelli che ne abusano maggiormente (27,2%) – gli italiani sono tra i più virtuosi (13,3%), nonostante siano comunque sopra il limite consigliato dall’OMS.

L’Italia è comunque uno dei paesi con il più alto tasso di sovrappeso o obesità infantile.

Come riportato da uno studio del 2019 dell’OMS fatto su oltre 600 mila bambini provenienti da 21 paesi della comunità europea (Prevalence of severe obesity among primary school children in 21 european countries): nel nostro paese circa 1 bambino su 2 soffre di sovrappeso, mentre 1 su 5 è obeso conclamato e a soffrirne sono più i maschi delle femmine.

Lo studio IDEFICS conferma che, pur con delle notevoli differenze, in linea generale i bambini europei tra i 2 e i 9 anni assumono una quota di zuccheri liberi eccessiva rispetto a quella raccomandata dall’OMS.

Questi dati delineano uno scenario abbastanza preoccupante, è piuttosto comune infatti che gli alimenti indirizzati ad un pubblico giovane siano arricchiti di zuccheri semplici per renderli più appetibili per i piccoli acquirenti.

Gli zuccheri semplici aggiunti agli alimenti sono accusati di essere una delle principali cause di obesità e altre patologie croniche come il diabete di tipo 2, le differenze rilevate tra i diversi paesi devono essere tenute in considerazione per disegnare degli interventi educazionali specifici diretti non solo alla popolazione, ma anche all’industria alimentare.

 

Fonti e approfondimenti:

http://www.nutrition-foundation.it/notizie/tra-i-bambini-europei-di-eta-tra-2-e-9-anni-lapporto-di-zuccheri-liberi-eccede-le-raccomandazioni-delloms–i-bambini-italiani-sono-i-piu-moderati.aspx

http://www.ideficsstudy.eu/home.html

https://www.karger.com/Article/Pdf/500436

www.ilfattoalimentare.it

 

 

 

Diventa fornitore

Completa il form per proporre la tua azienda

“Non è un FORMAGGIO” - Nuovi prodotti sostitutivi del FORMAGGIO a base frutta secca
Progetto cofinanziato dal Fondo europeo di sviluppo regionale nell’ambito del bando Regione Emilia Romagna POR FESR 2014-2020 “bando per progetti di ricerca collaborativa e sviluppo delle imprese” – DGR 773/2015 e succ. mod.. IMPORTO DEL CONTRIBUTO CONCESSO: euro 197.994,23 PERIODO DI SVOLGIMENTO: maggio 2016 – ottobre 2017 DESCRIZIONE: Il progetto consiste nella realizzazione di un prodotto di tipo nuovo sostitutivo del formaggio nelle diete vegane, vegetariane e nelle diete per intolleranti al latte e alle sue proteine. Il prodotto realizzato anche mediante l’utilizzo di latte estratto dalla frutta secca avrà caratteristiche organolettiche molto simili a quelle del formaggio ricavato dal latte, ma sarà di origine vegetale. OBIETTIVI: 1. definire il trattamento ottimale a cui deve essere soggetta la materia prima per ottimizzare resa, qualità nutrizionale ed organolettica del prodotto finito 2. assicurare la realizzazione di un prodotto agroalimentare sicuro 3. intervenire sulle tecniche di conservazione del prodotto 4. individuare il packaging ottimale 5. offrire sul mercato un prodotto salubre e sicuro in grado di rispondere a cambiamenti di tipo culturale e alimentare RISULTATI: Il progetto ha lo scopo di realizzare prodotti fermentati innovativi, a partire dalla frutta secca, indirizzati a consumatori vegetariani/vegani/intolleranti. - messa a punto delle condizioni ottimali di processo - innalzamento delle caratteristiche di stabilità e sicurezza alimentare - studio e la messa a punto di tipologie di imballaggi