
Ridurre l’introito di sale del 30% a livello globale entro il 2025, questo è l’ambizioso obiettivo dell’OMS – Organizzazione mondiale della sanità.
A questo scopo è stata istituita la “Settimana mondiale per la riduzione del consumo di sale“, dal 4 al 10 marzo si mette in luce la necessità di sensibilizzare le perone a ridurre il consumo alimentare di sale.
A promuovere l’iniziativa è la World Action on Salt & Health (WASH) istituita nel 2005, un’associazione che si occupa di migliorare la salute delle popolazioni attraverso la graduale riduzione dell’introito di sodio.
Lo scopo di questa iniziativa, oltre alla sensibilizzazione del consumatore finale, è quello di “incoraggiare le aziende alimentari multinazionali a ridurre il sale nei loro prodotti e a sensibilizzare i Governi sulla necessità di una ampia strategia di popolazione per la riduzione del consumo alimentare di sale“.
E’ ormai noto che un eccessivo consumo di sale e sodio con l’alimentazione sia direttamente associato all’aumento della pressione arteriosa e quindi, indirettamente, all’aumento del rischio di insorgenza di patologie a carico del sistema cardio-circolatorio e del sistema nervoso, quali infarto del miocardio e ictus cerebrale.
Cosa meno nota è invece che l’eccessiva assunzione di sale è stata associata anche ad altre gravi malattie cronico-degenerative, quali tumori, in particolare quelli dello stomaco, osteoporosi e malattie renali.
Come si legge sul sito del Ministero della Salute:
“La settimana mondiale 2019, dedicata al tema Let’s take salt off the menu (togliamo il sale dai menù), mira anche quest’anno a promuovere l’azione degli Stati e a sensibilizzare l’opinione pubblica, ricordando gli effetti nocivi del consumo eccessivo di sale e incoraggiando la popolazione ad apportare modifiche alle abitudini alimentari e di acquisto”.
Fonti e approfondimenti:
Link al poster: http://www.worldactiononsalt.com/media/action-on-salt/awareness/WASH-Version-Poster-2019.pdf