Albicocche / TURCHIA

Per le nostre albicocche essiccate naturali, dal caratteristico colore scuro, abbiamo scelto la Turchia e più precisamente la regione della Malatya. Questa regione è la zona più vocata, dove crescono le varietà di frutti più adatte per l’essiccazione. Qui collaboriamo con Gabay azienda che, nel cuore della Turchia, coltiva ed essicca al sole una particolare varietà di albicocche dalla polpa consistente ed una bassa acidità. Le peculiari caratteristiche del frutto unite ad un clima caldo e secco, un’altitudine di 900 mt ed un’importante escursione termica tra il giorno e la notte, crea le giuste condizioni per ottenere il miglior prodotto essiccato. La città di Malatya vive principalmente di agricoltura e la coltivazione delle albicocche gioca un ruolo fondamentale nell’economia del paese. L’importanza delle albicocche è sottolineata dai diversi monumenti e riferimenti al frutto che è possibile trovare lungo le strade del capoluogo.

Cocco / GHANA

Nel 2011, HPW ha costruito in Ghana il più grande impianto di produzione di frutta essiccata dell’Africa occidentale, con un ottimo livello in termini di Quality Assurance. In Ghana, HPW si impegna ogni giorno per migliorare le condizioni di lavoro e di vita di tutti i lavoratori ed ha un grande peso sull’economia del paese. Oggi per i circa 1000 dipendenti dello stabilimento sono previsti 2 pasti al giorno, trasporto e assicurazione sanitaria. Oltre alla creazione di posti di lavoro all’interno di una struttura economica stabile e affidabile, in grado di garantire alle famiglie sicurezza e stabilità economica, l’azienda porta costantemente avanti progetti locali come la costruzione di pozzi, scuole, mense e strutture a disposizione dei lavoratori, come un asilo dove le dipendenti possono lasciare i figli in orario di lavoro. HPW sostiene attivamente i produttori locali, in certificazione con Fairtrade, che riforniscono l’azienda di frutta fresca che viene poi lavorata in stabilimenti che impiegano prevalentemente fonti energetiche rinnovabili. Oltre all’energia solare, un impianto di biogas, in cui vengono impiegati i rifiuti organici e scarti di produzione, viene utilizzato per generare elettricità e calore per l’impianto.

Mango / GHANA

Per il nostro mango disidratato abbiamo scelto di affidarci ad HPW che ogni giorno, in Ghana, si impegna per migliorare le condizioni di vita e di lavoro dei circa 1000 i dipendenti impiegati nello stabilimento produttivo. HPW ha un grande peso sull’economia del paese: nel 2011 ha costruito il più grande impianto di produzione di frutta essiccata nell’Africa occidentale contribuendo non solo alla creazione di posti di lavoro, ma anche al sostegno dei produttori locali e alla promozione e finanziamento di progetti come la costruzione di pozzi, scuole, mense e strutture a disposizione dei lavoratori, fra cui un asilo dove le dipendenti possono lasciare i figli in orario di lavoro. Ogni lavoratore può usufruire ogni giorno di 2 pasti, trasporto da e per lo stabilimento e assicurazione sanitaria offerti dall’azienda. Gli stabilimenti produttivi impiegano prevalentemente fonti energetiche rinnovabili, infatti oltre all’impiego di energia solare, l’azienda dispone di un impianto di biogas, in cui vengono bruciati rifiuti organici e scarti di produzione per generare elettricità e calore per il funzionamento dell’impianto.

http://www.hpwag.ch/en/sustainability/

Pinoli / ITALIA

Walter Scott, scrittore e poeta scozzese diceva: “È meraviglioso come la forza degli obiettivi così come l’audacia e l’energia della volontà, siano risvegliate dalla garanzia che stiamo compiendo il nostro dovere”.

A questo si ispirano i membri della Ciavolino Daniele e Figli Napoli Srl, azienda nata nel 1950 quando nonno Daniele, a Torre del Greco, intraprese con passione l’attività di raccolta e lavorazione delle pigne dell’area vesuviana e che oggi, guidata dai nipoti Daniele Santo e Luana, vanta un’esperienza consolidata nell’acquisto delle pigne e nelle attività di trasformazione sino al pinolo.

Il pinolo è il seme del pino domestico (Pinus pinea), un albero iconico del panorama italiano, tanto da essere conosciuto nel mondo anglosassone anche come “Italian stone pine”. Molto longevo, potenzialmente secolare, il pino inizia a produrre semi solo dopo circa 15 anni e ogni pianta produce più o meno un solo 1kg di pinoli a stagione: per questo motivo i pinoli sono tra le “nuts” più costose presenti sul mercato.

In passato la raccolta delle pigne rappresentava un’operazione faticosa e anche molto pericolosa: i raccoglitori, infatti, si arrampicavano sui pini utilizzando arpioni ai piedi, corde e imbragature. Oggi la raccolta avviene ancora a mano, ma perlopiù tramite elevatori meccanici. Esistono ancora alcune realtà, dov’è possibile assistere alla raccolta tradizionale con lo scopo di mantenere viva la memoria di un mestiere, quello del raccoglitore, che ha segnato la vita di generazioni.

In seguito alla raccolta il processo di lavorazione prevede le fasi di estrazione dei pinoli dalla pigna, la sgusciatura e la cernita. Le pigne vengono riscaldate per essere “ammorbidite” e favorire la fase di apertura, che permette di separare la pigna dai pinoli in guscio. È interessante come in alcune aziende la parte legnosa di scarto della produzione venga impiegata per alimentare le caldaie dell’azienda stessa o venduta come biomassa per produrre energia.